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MADONNA DEL ROSARIO

PARROCCHIA
MADONNA DEL ROSARIO S. SOSTENE MARINA

            La Chiesa comunità sempre in costruzione. È questa la frase che sorge nella mia mente, mentre guardo le foto e leggo i documenti (lettere, manifesti, e discorsi di saluti) della cerimonia della posa della prima pietra e della consacrazione dell’edificio sacro dedicato alla Madonna del Rosario.

            È il 24 dicembre 1995 vigilia del santo Natale del Signore, che mons. Cantisani già Arcivescovo della nostra Arcidiocesi Metropolitana, presiede il solenne rito della posa della prima pietra (<< clicca e guarda le foto). Un evento storico, che trova la sua importanza tanto per la valenza religiosa, quanto storica.

Ricordando le parole del già Sindaco Dott. Domenico Scicchitani: «Questo evento segnerà certamente il futuro delle nuove generazioni, costituendo un passo importante per la storia della marina di San Sostene».

 

È vero, da sempre la fede cristiana con la sua cultura e morale è stata fermento di civiltà. Pensiamo agli insediamenti monastici, Abazie e Monasteri sono stati “fari” che hanno illuminato la cultura e favorito la ricerca. Numerose le biblioteche che venivano custodite o i manoscritti ai quali i monaci amanuensi si dedicavano. Un fermento culturale, volto a diffondere il sapere. Oggi più di ieri, come comunità fede, abbiamo la responsabilità di recuperare questo aspetto del nostro essere cristiani. Competente deve essere il nostro impegno perché la nostra comunità cristiana riscopra questa vocazione.

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            È grazie all’8 per mille della Chiesa Cattolica Italiana che è stata possibile la costruzione della chiesa parrocchiale sita nella frazione marina del Comune di San Sostene.

Un campanile di 22 mt con un concerto di tre campane, ricordano ai cristiani della comunità “la voce di Dio” che invita all’ascolto della Sua Parola e all’amore fraterno vicendevole.  

            A realizzare l’opera è la ditta edile del geom. Lino Santise. Il progetto è dell’Ing. Generoso Scicchitano. Padre Antonio Commodaro scrivendo, definì la struttura architettonica come: «Un inno di gloria a Dio nell’Alto dei Cieli».

Edificata su un lieve promontorio, la strutta svetta sull’intero territorio marino. Essa domina, con la sua facciata che si impone con la sua semplicità e bellezza, richiamando il primato di Dio nella quotidianità della vita.

            La visione del compianto don Edoardo Varano è quella di un «piccolo seme, che gettato sulla terra, si schiude, germoglia, cresce e porta frutti». L’immagine carica di significato che don Edoardo lascia, ha ancora oggi la sua eloquenza. È vero, una comunità cristiana si costruisce con la costanza impastata con l’acqua dell’amore sollecito del contadino. Esso è l’uomo della speranza. Non ha certezza del futuro, ma il suo cuore lo invita a sperare che il fragile seme che consegna al terremo produrrà frutti abbondati, ripagando così i suoi gesti di cura.

            Certo non possiamo non ricordare quanto leggiamo nel Vangelo: «Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17;10). Furono tanti i sacerdoti e i religiosi che non ebbero la grazia di toccare con mano, nella loro interezza, i frutti di questo progetto che ha il Signore come Pietra di fondazione. Penso in questo momento al sacerdote don Peppino Russo di venerata memoria. La sua sollecitudine pastorale, può essere concepita un’azione pioniera. Nelle precarietà e nella semplicità, su un tavolo in ferro che diventava l’Altare e la Mensa del sacrificio, con a lato un quadro della Madonna del Rosario, celebrava la santa Liturgia spezzando il Pane della Parola e dell’Eucarestia per gli abitanti del luogo. Con commozione e gratitudine pensiamo a lui. Uguale gratitudine rivolgiamo all’energico e instancabile don Edoardo. Furono le sue orecchie, dopo che l’Arcivescovo accolse le dimissioni di don Russo, ad accogliere la parola di Rita Barbieri: «Da sette anni siamo abbandonati da Dio e dal Mondo». Quelle parole risuonarono nell’animo del sacerdote, che si impegno a favore della comunità.

            L’impegno pastorale coadiuvato dalle suore Poverelle permise un’azione pastorale più curata e attenta alle necessità dei cristiani che ivi vivevano.

La parrocchia sarà eretta canonicamente (civilmente riconosciuta) da mons Antonio Cantisani il 30 settembre 1986.

La silenzioso sofferenza di don Edoardo è benedetta e ricompensata dal Signore, giusto padrone della vigna. A noi oggi la grande responsabilità di ricevere queste celesti grazie. Nel corso degli anni la comunità parrocchiale si è arricchita di “anime buone” che dal Regno di Dio custodiscono e accompagnano[1]

            La chiesa è consacrata domenica 23 novembre 1997 dallo stesso Arcivescovo Cantisani. Il tempio è realizzato seguendo la concezione moderna dell’edilizia di culto. È interamente realizzato in cemento armato, con unica navata. Il sacrato è preceduto da cinque gradini. Si accede all’edificio da un porticato. Le line strutturali conducono l’occhio del fedele alla centralità dell’Altare. Davanti al presbiterio si snodano due rientranze (a dx e sx). Seguendo la rientranza di dx, si giunge alla statua lignea della Madonna del Rosario, elemento di pregio della chiesa. Nella stessa rientranza è possibile accedere alla cappella feriale, dove è custodito il Tabernacolo. Nella rientranza o navata di sx da poco sono state collocate due tele che raffigurano il santo Patrono Sostene martire e il santo Protettore Rocco. Le due tele sono state realizzate e donate dal sig Marino Cosimo in memoria del figlio Nunzio Marino, deceduto prematuramente. Si è cosi realizzata la cappella della Madonna del Rosario e quella dei santi protettori. Dalla parte sx si accede alla sacrestia. Il presbiterio è realizzato in marmo. Nel catino absidale è collocato il crocifisso, con la sede della presidenza e gli scanni per i ministri. Il crocifisso rimane il centro, invita alla preghiera ed è segno che richiama al sacrificio del Cristo Salvatore che sull’Altare si celebra. Nell’abside sono collocati due angeli in adorazione ai lati del Crocifisso. Anche essi donati e realizzati dal Sig. Marino in memoria del Figlio. Laterale all’edificio sacro sorge la Casa Canonica con annessi i locali per la catechesi e la pastorale. Un giardino con la grotta della Madonna di Lourdes si trova a lato della chiesa. Vi è poi un’area verde realizzata sul terreno della chiesa e curata dalla stessa parrocchia; essa è un luogo di aggregazione per i piccoli e i grandi.

Il complesso urbano è in continua evoluzione. L’insediamento è abitato maggiormente da famiglie giovani e nuclei familiari che giungono da altre residenze.

            Il seme piantato nella vigilia di Natale dell’anno 1987 continua a crescere e produrre frutti.

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(testo di: don Vincenzo Bruno Schiavello)

 

[1] Ranieri Carlo 30 giugno 1990; Vono Caterina 8 aprile 1994; Nunzio Marino morto di leucemia il 16 marzo 2002; Antonio Surace morto in un incidente stradale il 7 febbraio 2003; Stefano Procopio morto di tumore 23 settembre 2014 , 

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